martedì 5 agosto 2014

Raffaello.

martedì 5 agosto 2014 - 01:24

Nel post precedente, avevo parlato della tartaruga che avevo trovato in strada mentre camminavo. Ora vi racconterò cosa è successo partendo da subito dopo la pubblicazione di quel post fino ad ora.

Pubblicato il post mi contatta una mia amica, che aveva letto il mio appello su Facebook (essendo io totalmente ignorante in fatto di Tartarughe a qualcuno dovevo pur chiedere), mi ha confidato che lei avendo lavorato al centro di Scienze Naturali, mi consigliava caldamente di non portarcela. In poche parole è un posto gestito da cani, e che comunque se metti caso accettavano di prendere in consegna Raffaello (ed era un SE enorme) volevano pure essere pagati.
Quindi scoraggiata ho accantonato questa opzione, mia madre mi contatta e mi suggerisce di portarla al centro veterinario qua vicino, perché pensava che essendo un animale ritrovato, non facessero pagare le cure.



Sabato notte, io nel mio pellegrinaggio infinito (io ora che sono ufficialmente in fase Fancazzeggio totale, visto che mi sono diplomata a fine giugno, resto alzata quasi tutta la notte a vagabondare in giro per internet) ho deciso di provare a levarle di dosso un sottilissimo filo trasparente che le penzolava fuori dalla bocca. (Questo filo lo avevo già visto quando l'avevamo raccolta, ma lei inizialmente era spaventatissima e anche abbastanza rincoglionita dalla caduta, quindi teneva la testa talmente rintanata che non riuscivo nemmeno a vederlo bene il filo, figuriamoci se riuscivo ad afferrarlo!)

Il filo in questione è quello sulla sinistra.

E purtroppo, con mio sommo orrore, ho constatato che non solo il filo non veniva via, ma che tutte le volte che tiravo (delicatamente, non sono una bestia) Raffy allungava il collo e mi veniva dietro, come se fossi io a tirarla. Ne ho dedotto quindi, che avesse ingoiato un amo.

Visto che solo la ferita al guscio non bastava, insomma.


Domenica mattina quindi chiamiamo e la Veterinaria ci dice che loro non se ne potevano occupare, e che comunque se volevamo farla curare anche se non era nostra, dovevamo pagare, però se volevamo potevamo andare da lei per una consultazione e vedere quanto era effettivamente grave la ferita (e anche per sapere qualcosa di natura più generale su Raffaello, ancora non sapevamo nemmeno se era maschio o femmina).


Domenica pomeriggio andiamo a far vedere Raffy alla veterinaria, prima di tutto ci dice che è una bellissima e pesantissima femmina (Sì, abbiamo continuato a chiamarla Raffaello anche dopo aver scoperto la sua sessualità, non rompete, era un nome perfetto per lei), secondariamente, dopo aver sfasciato tutto il bendaggio che avevamo fatto (anzi ri-fatto, perché la signorina non stava mai ferma quindi nel corso della notte si era tolta la benda tre volte) ci ha detto che la ferita non era grave come sembrava, che poteva comunque cicatrizzarsi da sola stando immersa nell'acqua, solo che ovviamente, il guscio si sarebbe rimarginato storto, se volevamo che il guscio le tornasse in posizione, loro avrebbero dovuto applicarle dei chiodi speciali per farlo rimanere fermo e poi successivamente applicare una pasta fissante (poi sarebbe dovuta rimanere "ferma" un mese, dopo dovevamo tornare per farla rivisitare e vedere se aveva cicatrizzato).

Il vero problema di Raffy era l'amo in bocca, purtroppo le tartarughe d'acqua hanno il "brutto vizio" di mordere, quindi la veterinaria (che quel giorno era sola in clinica) ci ha detto che lei anche volendo, non poteva assolutamente controllare se effettivamente avesse ingoiato un amo, né quanto era finito in profondità, eventualmente. Per fare questo avrebbe dovuto addormentare Raffaello (operazione già di per se non facile) aprirle la bocca e guardare, una cosa che va fatta in due (almeno).

Inoltre si è raccomandata di tenere sempre Raffaello ben idratata, perché queste tartarughe non possono stare tanti giorni fuori dall'acqua.

Alla fine ci ha consigliato di chiamare la Polizia Provinciale perché loro sono pagati per prendersi cura degli animali ritrovati così, per strada feriti.

Insomma, stamattina chiamiamo la Polizia Provinciale e ci dicono che LORO non possono occuparsene perché Raffy è un animale esotico. Ci danno altri tre numeri ai quali rispondono persone che ci dicono sempre la stessa cosa. Alla fine, l'ultimo numero, la centralinista ci tiene in attesa una cosa come 30 minuti (da cellulare) e ci tratta pure di merda (è arrivata anche a chiederci "e se l'avete portata dal veterinario perché non l'avete fatta curare?") insomma dopo che ci ha fatto finire una ricarica telefonica da 40 euro, ci da un numero che teoricamente doveva essere il numero apposta per segnalazioni di questo genere.
Il numero non era attivo. Alé.

Alla fine, presa un po' dallo sconforto e dalla rabbia,  verso le 14 decido di portare Raffaello fuori nel nostro orto, giusto per farle prendere un po' di sole (ero sull'orlo delle lacrime perché sapevo che senza acqua in quel modo non sarebbe campata ancora molto). Mentre eravamo lì vedo uno dei sottovasi di mia nonna, un sottovaso piuttosto grandicello, così lo pulisco e lo riempio d'acqua, glielo posiziono davanti in modo che stesse anche un po' inclinato, così da quella parte avrebbe avuto più acqua.









Siccome però avevo paura a lasciarla lì da sola, (qua in giro la gente c'ha un fottio di gatti, ogni giorno ne vedo quattro nuovi) e poi avevo paura che scappasse (anche se vabbè il nostro orto è recintato, tanto in là non credo sarebbe andata, ma non si sa mai) sono rimasta con lei tutto il pomeriggio. Sono stata il banchetto delle zanzare, mi hanno pizzicata ovunque (pure sul culo!) mi ero portata giù poi, solo il mio fido cellulare. Non sapendo cosa fare, mi sono messa a cercare su internet se PER CASO in italia qualcuno SI DEGNASSE di prendere in affidamento gli animali esotici. Alla fine PER FORTUNA ho trovato la AAE, mi sono subito messa in contatto via SMS con loro che mi hanno passato il numero di Flavio, l'esperto che si occupa solo ed esclusivamente delle tartarughe, l'ho chiamato e ci siamo messi d'accordo perché gli inviassi i miei dati tramite e-mail così che lui potesse organizzarmi un incontro con una delle volontarie che trasportano le tartarughe dalle zone di ritrovo fino a Ferrara dove risiede lui.

Mentre aspettavo che il tempo passasse, mi sono ricordata che mio nonno nello stanzino tiene una bacinella di plastica, e ho deciso di allargare un po' lo spazio alla mia Raffy.










C'è stata troppo benne dentro a quell'acqua, tanto che poi, alle 20 quando sono tornata giù per riprenderla (una volta messa dentro la bacinella non c'era più il problema che scappasse o che qualche gatto le desse noia, quindi alle 17 sono rientrata) e portarla in casa (per farla mangiare e per metterla al riparo) sgambettava forsennatamente perché non voleva uscire...da vera Tartaruga Ninja qual'è!



Verso le 22 di oggi (vabbè di ieri, visto che è passata la mezzanotte, ma non attaccatevi ai dettagli!), sono entrata in contatto con una volontaria che abita poco lontano da me, che domani mattina porterà un'altra tartaruga a Bologna (dove l'avrebbe presa in custodia lo stesso Flavio). Ci siamo accordate per incontrarci alle 22 e 30 davanti all'ingresso dell'autostrada, quindi io, nonostante fossi appena uscita dalla doccia, mi sono infilata i primi stracci che ho trovato, ho preso Raffy e sono corsa al punto d'incontro con la volontaria.

Ora è nelle loro mani, spero vivamente che stia bene, che la trattino come merita e che le trovino una sistemazione comoda.

Ora sono qui, ricoperta di pinzi di zanzare che pizzicano da fare schifo, guardo lo scatolone dove fino a poche ore fa zampettava la mia Raffaello, e mi sento triste.

So che loro potranno occuparsene meglio di me, ma mi manca già tanto. Mi ero abituata ai suoi sibili e al modo in cui tirava su la testolina quando sentiva il sole.
La cosa che mi ha reso veramente felice è stata il realizzare che quando mi avvicinavo io, non si nascondesse più dentro al guscio, sì magari se stava camminando o nuotando si fermava, ma non si nascondeva.
Mi piace pensare che forse, avesse capito che non volevo farle del male e che almeno un pochino avesse iniziato a fidarsi di me.

Ciao Raffy, mi mancherai.















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